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Nilla Pizzi, all’anagrafe Adionilla Pizzi (Sant’Agata Bolognese, 16 aprile 1919 – Milano, 12 marzo 2011) è stata una cantante italiana. Fu la prima vincitrice del Festival di Sanremo nel 1951 con la canzone “Grazie dei fior”. Film, trasmissioni radiofoniche, canzoni di successo e chiacchierate love-story ne fanno la regina della canzone italiana

 Fu la vincitrice del primo Festival di Sanremo nel 1951, con Grazie dei fiori. L’anno seguente si classificò addirittura prima, seconda e terza, rispettivamente con Vola colombaPapaveri e papere e Una donna prega, registrando così un primato imbattuto.

Dotata di una voce dal caratteristico timbro caldo e corposo, nella sua carriera ha partecipato sette volte al Festival di Sanremo, presentando complessivamente trentuno brani, e partecipando altre due volte come ospite e una come presentatrice: ha ottenuto due primi posti, quattro secondi posti, due terzi posti, un intero podio, e due Premi alla Carriera.

Fece ritorno stabilmente alla radio nel 1946, con sé un contratto discografico che la legava alla Cetra; reclamata da La voce del padrone, che rivendicava un precedente contratto, fu costretta ad incidere utilizzando alcuni pseudonimi quali Isa Marletti, Ilda Tulli, Conchita Velez, Carmen Isa; alcuni dischi uscirono senza alcuna dicitura (come anonimi). Tutto questo fino al 1949, anno in cui la Pizzi poté finalmente tornare a incidere usando solo il proprio nome. Nonostante tutto, nel frattempo era diventata popolarissima, raccogliendo ampi consensi lanciando brani come Chico chicoCàe Càe (entrambe in duetto con Tony Stella), Ho lasciato il paese del cuoreTchiou TchiouOh papà!Cocoricò (una delle prime composizioni di Renato Carosone, su testo di Giovanni D’Anzi, che si firma Notorius), Maria de Bahia (con Alfredo Clerici e Clara Jaione), Donde vien, donde vas? (con il Duo Fasano), La ultima nocheDopo di teO mama mamaVivere baciandotiÈ troppo tardiCantandoAncoraLa raspaAcercate masQuizas quizas quizasSamba del tranvai.

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Dopo aver frequentato l’avviamento professionale, si impiegò dapprima come “piccinina” di sartoria, poi al panificio militare di Casaralta e infine come collaudatrice di apparecchi radio alla Ducati di Bologna. Prima ancora che nel mondo della canzone, la Pizzi si mise in evidenza nel campo delle rassegne di bellezza che, alla fine degli anni trenta, cominciavano a fare la loro apparizione. Partecipò al concorso Cinquemila lire per un sorriso, ideato nel 1939 dal pittore e grafico pubblicitario Dino Villani, concorso che fu in un certo senso l’antesignano della futura manifestazione Miss Italia (che prese avvio solo nel dopoguerra). Ma già la sera del 4 novembre 1938, appena diciannovenne, aveva debuttato in uno spettacolo per i soldati del 59º Fanteria di Bologna, organizzato per la festa delle Forze Armate.

Il 24 settembre 1940 sposò Guido Pizzi, un giovane manovale edile che, nonostante avesse il suo stesso cognome, molto diffuso nella zona, non era un suo parente. Pochi giorni dopo il matrimonio, il marito venne richiamato alle armi e la coppia si separò. Sempre nel 1940, tramite l’appoggio di uno zio ufficiale dell’esercito, iniziò a esibirsi negli spettacoli organizzati per le Forze Armate, facendosi addirittura eleggere mascotte del 35º Reggimento Fanteria di Bologna. Nel 1942 vinse, davanti a diecimila concorrenti, un concorso per Voci Nuove indetto dall’EIAR (la futura Rai), interpretando i brani Tu musica divina, successo di Alberto Rabagliati e Domani non m’aspettar, già cavallo di battaglia di Oscar Carboni. Iniziò ad esibirsi con l’orchestra Zeme, debuttando alla radio nello stesso anno, eseguendo il motivo Casetta fra le rose, composto da Guido Cergoli.

Passata nella formazione di Cinico Angelini, il 20 febbraio 1944 incise il suo primo disco per la Parlophon, duettando con Bruna Rattani in Valzer di primavera e accompagnando Elsa Peyrone in Ronda solitaria. Il 23 febbraio arrivò anche la sua prima canzone solista: Alba della vita (che la Pizzi però ha sempre negato di aver interpretato, sostenendo che si sia trattato di un errore della Parlophon sull’etichetta[4][5]). Allontanata dalla radio dopo un giudizio negativo sentenziato dal maestro Tito Petralia nella primavera del 1944, a causa della sua voce considerata troppo sensuale ed esotica per il regime fascista, nella stagione 1945/1946 girò i teatri e le sale da ballo di tutta Italia, al seguito dell’orchestra del maestro Cinico Angelini, al quale si era nel frattempo legata anche sentimentalmente, ma si esibì anche con l’orchestra Gimelli e con quella della sala Gay di Torino.

Nel periodo che va dal 1948 al 1950 cambiarono le tendenze e i gusti del pubblico, grazie all’affermazione dello stile latino americano imposto attraverso Hollywood da Xavier Cugat e Carmen Miranda, e quindi si diffusero anche in Italia brani al ritmo di sambarumba, bayon, calypso e cha cha cha. Nilla Pizzi seppe destreggiarsi anche in brani allegretti grazie ad interpretazioni ironiche. Celebri anche i suoi duetti con il collega Luciano Benevene (con il quale, finito l’amore per Angelini, ha imbastito una movimentata storia d’amore), che spaziano da canzoni come Bongo Bongo BongoChe si fa con le fanciulle? fino alla fortunatissima Avanti e indrè.

Gli anni cinquanta: le vittorie a Sanremo e il grande successo.

Nilla Pizzi interpreta Grazie dei fiori al 1º Festival di Sanremo (1951)

Il 1950 la vide interprete di numerosi motivi che si rivelarono subito altrettanti successi come Che bel fiulinNulla, scritta per lei da Casasco, contrabbasso dell’orchestra Angelini, Italia miaQuiereme mucho. Nel 1951 vinse il primo Festival di Sanremo con Grazie dei fiori, piazzandosi anche seconda con La luna si veste d’argento, cantata in duetto con Achille ToglianiGrazie dei fiori venderà 36 000 copie a 78 giri, vero record per l’epoca. Nello stesso anno portò al successo la versione italiana della hit Cherry 

La morte

Nilla Pizzi morì la mattina del 12 marzo 2011 all’età di 91 anni, alla casa di cura Capitanio di Milano, dove era ricoverata in seguito a un intervento. Nella stessa clinica il 13 e 14 marzo 2011 è stata allestita la camera ardente, mentre i funerali della cantante si sono tenuti il 15 marzo 2011 a Milano, nella Basilica di Santa Eufemia. Negli stessi giorni è stato indetto il lutto cittadino a Sant’Agata Bolognese, suo paese natale. Dopo la cremazione, il 16 marzo le ceneri di Nilla Pizzi sono state tumulate nella cappella di famiglia nel cimitero di Sant’Agata Bolognese, dove riposano le salme dei genitori.

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