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mario merola

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Sepolto a Napoli – Cimitero: di Poggioreale
Mario Merola (Napoli, 6 aprile 1934 – Castellammare di Stabia, 12 novembre 2006) è stato uno dei principali precursori della canzone partenopea e il re della sceneggiata napoletana. Proprio grazie a lui, infatti, questo genere teatrale ha varcato i confini partenopei, ma anche quelli nazionali, raggiungendo anche l’estero.

sul suo feretro, vennero poste decine di sciarpe del Napoli e una del Palermo, portata personalmente da un capo ultrà della squadra rosanero. Ma non solo, anche una maschera di pulcinella, una foto che lo ritraeva durante una delle sue sceneggiate e un mazzo di carte per lo chemin de fer, uno dei suoi giochi preferiti.

Era soprannominato il re della sceneggiata, la sua attività artistica non si è limitata all’interpretazione vocale di brani del repertorio della canzone classica napoletana, ma ha anche giocato un ruolo nella rivalutazione del genere musicale-teatrale della sceneggiata, il massimo nella città partenopea fra la I e la II guerra mondiale.

Biografia

 

Mario Merola, uno dei personaggi fomosi di Napoli, Giuseppe nativo di Maddaloni e da Maddalena Esposito. Merola ha un’esperienza sportiva nelle giovanili del Napoli nel ruolo di terzino, gioca prima nel Pro Carmelo e poi nel Portugal, la squadra di calcio dei portuali, che gioca in serie C. Intraprende quindi il lavoro di scaricatore di porto; in quell’occasione inizia a sviluppare la passione per il canto con l’aiuto del collega Salvatore De Lillo.

Con gli incassi delle prime esibizioni canore riesce a sposare Rosa Serrapiglia nata il 3 gennaio 1936, dopo 13 anni di fidanzamento, il 6 aprile 1964 (giorno del suo 30º compleanno), dalla quale avrà tre figli: Michele Roberto, Loredana e Francesco. Proprio Francesco è stato battezzato dal grande amico di Mario, Franco Franchi, di cui porta anche il nome. Alla morte della cognata Enza Serrapiglia, a causa del cancro, Mario Merola accoglie a casa sua i suoi tre figli.

Mario Merola era molto devoto di Padre Pio da Pietrelcina. Nel 1961, durante una tournée in Puglia, insieme a un famoso paroliere, lo incontrerà.

Mario Merola era un grande appassionato del Festival di Sanremo, infatti faceva parte del pubblico ogni anno.

Ciro Ippolito, il produttore, sceneggiatore e spesso attore e regista dei film di Merola, in occasione dell’uscita dell’autobiografia di quest’ultimo, ha raccontato un fatto accaduto durante le riprese del film Il mammasantissima. Nel novembre 1978, si fa largo tra la gente una signora anziana e in brutte condizioni di salute che, sotto al braccio della figlia, si mette in prima fila, nessuno fa caso a lei, nemmeno Merola, che saluta tutti e accetta un bacio e un abbraccio dalla signora. Ippolito, che invece aveva fatto caso alla signora, cerca di saperne di più. La vecchietta aveva un male incurabile e aveva chiesto alla figlia di vedere, prima di morire, Mario Merola, infatti questi le “faceva compagnia”, “alleviando i suoi dolori” con le sue canzoni e i suoi film. La vecchia signora, una volta tornata a casa, chiude gli occhi per sempre. Mario, una volta arrivato a casa della defunta, scoppia in lacrime e, insieme a Ciro e al resto della troupe, partecipa ai funerali della donna. Visto che i giornalisti avevano orecchiato qualcosa e chiamavano in continuazione per sapere, Ippolito decise di tenere tutto nascosto, poiché, citando le sue parole: «Non me la sentivo di associare al film quest’episodio, bellissimo nella sua poesia ma tristissimo rispetto al film e alla sua lavorazione.»

Già in passato parenti e ammiratori di Mario Merola avevano temuto per la salute dell’artista. Nel 1997 Merola entrò in coma farmacologico quando fu ricoverato per tre settimane presso l’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli.

Precedenti ricoveri

Il cantante avverte i primi sintomi di malessere il 12 gennaio 1997 a Milano, accusando freddo e stanchezza. Le partecipazioni a trasmissioni TV e matrimoni dove canta vanno bene. Pur avendo riposato, tuttavia, le sue condizioni non migliorano affatto. La mattina dopo ritorna a Napoli, ma non va all’ospedale e decide di farsi curare a casa da un medico. Ma quest’ultimo non capisce cosa possa avere Merola, e le iniezioni che gli fa non solo non hanno alcun rimedio ma danneggiano gravemente un rene al cantante. La mattina del 20 gennaio, Merola non ce la fa più e chiede ai figli di portarlo all’ospedale. Rimarrà in coma farmacologico per due settimane e, per la prima volta, gli viene indotto il sonno tramite farmaci. Nella sua autobiografia racconta anche che durante il coma ha visto Padre Pio; Mario lo narra così: In mezzo ad un giardino pieno di verde un monaco mi sorride. Quando mi avvicino mi dice: “Non ti preoccupare, sto qua io”. Io lo guardo meglio: Padre Pio, Padre Pio, allora te si arrecurdate ‘o veramente di quando ti venni a trovare!. Durante il ricovero in ospedale migliaia di fan aspettarono la ripresa dell’artista davanti all’ospedale. Quello fu l’episodio più preoccupante dal momento che la crisi cardio-respiratoria fece temere il peggio.

La morte

La Tomba di Mario Merola che recita l’epitaffio: Vi ho voluto bene, pensatemi! nella cappella privata di Gigi D’Alessio nel cimitero di Poggioreale a Napoli.

Il 7 novembre 2006 Mario Merola viene ricoverato in rianimazione presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dopo aver mangiato delle cozze crude. Domenica 12 novembre intorno alle 21 morirà per arresto cardiocircolatorio, nello stesso ospedale. La Tomba di Mario Merola.

I funerali si svolgono due giorni dopo, a Napoli, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore (la stessa dove Merola si era sposato e anche la stessa in cui venne celebrato nel 1967 il funerale di Totò). Durante l’omelia, celebrata da padre Alfredo Di Cerbo, il parroco ha detto: La vita di Merola è stata vissuta e cantata nei suoi colori più umani, il Signore avrà accolto in Paradiso Mario, anche per ogni volta che le sue note hanno toccato il cuore di qualcuno, aiutando a scegliere la pace e il bene

Sui manifesti funebri, affissi nelle strade di Napoli, si è potuto leggere: «È mancato l’artista del popolo, il grande Mario Merola». Mario Merola è sepolto in una cappella privata accanto ai genitori di Gigi D’Alessio, che l’aveva sempre considerato un suo familiare.

Già in passato parenti e ammiratori di Mario Merola avevano temuto per la salute dell’artista. Nel 1997 Merola entrò in coma farmacologico quando fu ricoverato per tre settimane presso l’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli.

I Festival di Napoli ( Prima partecipazione e ultima)

1964

Doce è ‘o silenzio (Acampora – Martingano) con Elsa Quarta12º Festival della Canzone Napoletana – non funalista.

2001

LI’Urdemo Emigrante (Campagnoli – G. Campagnoli – M. Guida – G. Quirito) con Francesco Merola, 24º Festival della Canzone Napoletana – 1º Posto/Vincitore

I Festival di Sanremo

Cinema (Primo film e ultimo)

Sgarro alla camorra, regia di Ettore Maria Fizzarotti (1973)

Sud Side Stori, regia di Roberta Torre (2000)

 

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