L’area selezionata patrimonio dell’UNESCO.
La struttura rettilinea porticata lunga oltre settecento metri del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna che collega il cimitero al portico di San Luca – il più lungo del mondo – è un esempio unico di portico sepolcrale moderno, realizzato tra il 1811 e il 1834 grazie alla generosità dei suoi cittadini. Il progetto di Ercole Gasparini era quello di collegare fisicamente la città dei morti con la città dei vivi, proseguendo la secolare tradizione locale di collegare alla città i luoghi fuori dal centro cittadino.
Il Cimitero della Certosa fu fondato nel 1801 dopo l’editto napoleonico di Saint-Cloud, sul modello delle antiche strade sepolcrali romane, convertendo il convento certosino edificato nel 1334, di cui oggi rimane la chiesa di San Girolamo. Il complesso monumentale è il risultato di un’articolata stratificazione di logge, chiostri ed edifici appartenenti a varie fasi cronologiche, il cui fulcro è rappresentato dal Chiostro Terzo, che risente della cultura neoclassica locale. Al suo interno è presente un notevole repertorio di dipinti e sculture dei più virtuosi artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo.
Nel cimitero sono ospitati alcuni importanti personaggi locali e nazionali è possibile: cercare defunti nei cimiteri e tra questi tra questi lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti ; il Premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli ; il cantante lirico Carlo Broschi , il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla ; il generale Giuseppe Grabinski e il presidente del Consiglio Taddeo Matuszevic ; nonché i fondatori delle società Maserati , Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli.
Per tutto il XIX secolo il Cimitero fu meta privilegiata per i visitatori di Bologna, i cui nomi più illustri sono: Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen .Si tratta, quindi, di un luogo eccezionale dal punto di vista storico e artistico culturale nel panorama nazionale ed internazionale, degno della più alta forma di tutela e promozione. Il Portico della Certosa fu progettato da Ercole Gasparini tra il 1811 e il 1834.
Nell’idea originaria l’edificio doveva essere più lungo, ma venne realizzato solo il tratto dall’Arco del Meloncello al Canale del Reno. In realtà si hanno tracce di un altro segmento, totalmente stravolto e inglobato con i successivi ampliamenti: si tratta di un breve corridoio che corre lungo il lato ovest del cortile dell’Entrata Monumentale e che conserva alcune tombe ottocentesche. L’idea di Gasparini era che il portico si collegasse senza soluzione di continuità con la Certosa, raggiungendo il suo centro.
Nell’anno 2021 il Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna viene dichiarato patromio dell’UNESCO
L’area selezionata come patrimonio dell’UNESCO è quella che ha più rilevanza sia dal punto di vista architettonico che teorico con il progetto di Gasperini. Alcune aree del Novecento sono così comprese perché edificate rispettando la forma urbanistica del cimitero ottocentesco (Chiostro VIII, Chiostro IX ad esempio) o perché concludono un’idea mai realizzata.
Il Chiostro VI o della Grande Guerra fu completato quasi un secolo dopo il Portico della Certosa, ma ripercorre l’area e lo spirito di quello che doveva essere il ‘Chiostro del Pantheon’ che fu realizzato solo nel lato sud, poi demolito e conservato solo per i monumenti che nel frattempo erano stati costruiti.