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Enzo Ferrari

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Enzo Anselmo Ferrari (Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988)
fu un pilota automobilistico e imprenditore italiano, fondatore della Casa automobilistica che porta il suo nome: la Scuderia Ferrari. Fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di “ingegnere meccanico”,
datogli ad honorem nel 1960 dall’Università di Bologna.

Molti furono gli appellativi con cui Enzo Ferrari venne denominato sulla stampa e nell’ambiente sportivo, durante la sua lunga carriera, come “Il Cavaliere”, “Il Commendatore”, “L’Ingegnere”, “Il Mago”, “Il Patriarca”, “Il Grande Vecchio” o “Il Drake“. Quest’ultimo si riferisce al celebre corsaro Francis Drake e venne coniato dagli avversari inglesi nel secondo dopoguerra, con un misto di accusa e di ammirazione, per la dimostrata capacità e determinazione di Ferrari nel perseguire e cogliere risultati sportivi di portata assai superiore alla sua piccola azienda, operando una gestione “dittatoriale” del suo team e, a volte, ponendosi al confine dei limiti imposti dai regolamenti tecnici.

Nel 1920 cominciò a correre con l’Alfa Romeo, che all’epoca era un club per Gentlemen Driver. Normalizzata la sua condizione economica, decise di accasarsi con Laura che sposò a Torino il 28 aprile 1923. Nello stesso anno Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio (Savio è una frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato da Enzo Ferrari, fu in quell’occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l’aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona del Regno d’Italia.[1]Enzo Ferrari, primo a sinistra, in compagnia di Prospero GianferrariTazio Nuvolari e Achille Varzi, piloti Alfa Romeo (1930 circa)

Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport». Ferrari rimase consigliere delegato della società editrice fino al 1926, anno del suo disimpegno dall’editoria Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona. Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse, collegata all’Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari.

Ferrari convinse il grande progettista Vittorio Jano a lasciare la FIAT e approdare alla Scuderia Ferrari, inseguendo con lui i suoi sogni; allora Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio AscariGiuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Dino.

La nascita della Ferrari

La crisi economica nel 1933 portò l’Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l’Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l’AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò “La Scuderia Ferrari”, la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo.Enzo Ferrari con Ilario Bandini1964

La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell’Alfa Romeo nel mondo della F1 (che pur vincendo il mondiale 1951 decise di ritirarsi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l’ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico.

«Quando nel 1951 González su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la “159” e l’intera squadra dell’Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: “Io ho ucciso mia madre”.»
 

Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l’Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La “Scuderia Ferrari” è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione, e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori.

La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell’automobile fu stimolata dall’amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto FIAT abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell’esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell’amico-avversario,

Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di “ingegnere meccanico”, datogli ad honorem nel 1960 dall’Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell’incontro da tempo Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988 all’età di novant’anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti intimi. Ferrari è stato tumulato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino.

Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d’Italia di Formula 1 a MonzaGerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake

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