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- Chi era Anna Magnani
- Biografia
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Anna Magnani (Roma, 7 marzo 1908 – Roma, 26 settembre 1973) è stata un’attrice teatrale e cinematografica italiana. È considerata una delle più grandi attrici della storia del cinema. La Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo diretto o indiretto all’industria dello spettacolo.
Anna Magnani nacque a Roma il 7 marzo 1908 presso Porta Pia nell’odierno quartiere Nomentano. Sua madre Marina Magnani era una sarta originaria di Fano che, dopo aver dato alla luce la piccola Anna, la affidò definitivamente alle cure della nonna materna Giovanna Casadio (di origini ravennati); crebbe in via San Teodoro, tra il Campidoglio e il Palatino La bambina non conoscerà mai il padre naturale. Dopo aver abbandonato la figlia, Marina Magnani emigrò ad Alessandria d’Egitto, dove conobbe e sposò un ricco e facoltoso austriaco. Anna venne quindi allevata dalla nonna in una casa abitata dalle cinque zie Dora, Maria, Rina, Olga e Italia. L’unica presenza maschile era quella dello zio Romano.Il suo debutto cinematografico avvenne nel film La cieca di Sorrento (1934) di Nunzio Malasomma, nonostante nel 1928 fosse già apparsa, in un ruolo marginale, nella pellicola Scampolo di Augusto Genina. Il 3 ottobre 1935 sposò il regista Goffredo Alessandrini, con cui nel 1936 girò Cavalleria, dal quale si separò nel 1940, divorziando poi solo nel 1972. Nel 1938 prese parte al film La principessa Tarakanova, dove non recitò con la propria voce, ma fu doppiata da Marcella Rovena.
Dopo numerosi film in cui interpretava parti di cameriera o cantante, riuscì a imporsi per le sue eccezionali doti di interprete spiccatamente drammatica. Fu Vittorio De Sica a offrirle per la prima volta la possibilità di costruire un personaggio non secondario, quello di Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì (1941). Recitò nell’avanspettacolo di Totò e interpretò il ruolo della verduraia romana in Campo de’ Fiori (1943) con Aldo Fabrizi.
Il 23 ottobre 1942 diede alla luce il suo unico figlio, Luca, frutto di una relazione con l’attore Massimo Serato, che l’abbandonò non appena rimase incinta. A causa della gravidanza la Magnani dovette rinunciare a girare il film di Luchino Visconti, Ossessione, venendo sostituita da Clara Calamai. L’attrice riuscì a imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina fece con lei, uno dei rari casi di genealogia matrilineare che si protrae per addirittura tre generazioni. Sempre nel 1942 recitò in Finalmente soli, dove fu doppiata da Tina Lattanzi.
Raggiunse la fama mondiale nel 1945 e vinse il suo primo Nastro d’argento grazie all’interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini (con il quale instaurò una relazione sentimentale), con Aldo Fabrizi e Marcello Pagliero. Nel film Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la ‘Sora Pina’, ispirato alla figura di Teresa Gullace) viene ucciso dai colpi di mitra dei tedeschi. Nello stesso anno partecipò al film Quartetto pazzo, anche stavolta doppiata dalla Lattanzi, mentre l’anno successivo prese parte al film musicale Avanti a lui tremava tutta Roma, dove fu doppiata per le scene di canto lirico dal soprano Elisabetta Barbato.
Considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia è tra le poche attrici (sicuramente la prima italiana) a essere celebrata come mito, talento unico e grande personalità artistica in tutto il mondo.
Attrice simbolo del cinema italiano, spesso conosciuta con il soprannome “Nannarella” e per essere stata, insieme con Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, una delle figure preminenti della romanità cinematografica del XX secolo. Celebri le sue interpretazioni, soprattutto in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata. Quest’ultimo le valse nel 1956 un Oscar alla miglior attrice protagonista la prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio Ha inoltre vinto due David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Globo d’oro, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d’argento a Berlino.
Morte
Al 1972 risale la sua ultima apparizione cinematografica, in un cameo fortemente voluto da Federico Fellini per il film Roma. Di notte, una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di una Roma silenziosa e deserta per rientrare a casa. Risponde a Fellini con un tono di sorpresa, lo congeda velocemente e sorridendo chiude il portone davanti alla macchina da presa, e così l’attrice conclude la sua lunga carriera cinematografica. La sua battuta finale, espressa in romanesco, fu “No, nun me fido. Ciao. Buonanotte!”.
Morì nella clinica Mater Dei di Roma il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, stroncata da un tumore al pancreas; fu assistita fino all’ultimo dal figlio Luca e da Roberto Rossellini, al quale si era riavvicinata negli ultimi tempi. Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di San Felice Circeo, nei pressi della sua villa.
Filmografia
Cinema
- Scampolo, regia di Augusto Genina (1928) – non accreditata
- La cieca di Sorrento, regia di Nunzio Malasomma (1934)
- Tempo massimo, regia di Mario Mattoli (1934)
- Quei due, regia di Gennaro Righelli (1935)
- Cavalleria, regia di Goffredo Alessandrini (1936)
- 30 secondi d’amore, regia di Mario Bonnard (1936)
- La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
- Una lampada alla finestra, regia di Gino Talamo (1940)
- La fuggitiva, regia di Piero Ballerini (1941)
- Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
- Finalmente soli, regia di Giacomo Gentilomo (1942)
- La fortuna viene dal cielo, regia di Ákos Ráthonyi (1942)
- L’avventura di Annabella, regia di Leo Menardi (1943)
- La vita è bella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
- Campo de’ fiori, regia di Mario Bonnard (1943)
- L’ultima carrozzella, regia di Mario Mattoli (1943)
- Il fiore sotto gli occhi, regia di Guido Brignone (1944)
- Quartetto pazzo, regia di Guido Salvini (1945)
- Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
- Abbasso la miseria!, regia di Gennaro Righelli (1945)
- Un uomo ritorna, regia di Max Neufeld (1946)
- Il bandito, regia di Alberto Lattuada (1946)
- Avanti a lui tremava tutta Roma, regia di Carmine Gallone (1946)
- Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946)
- Lo sconosciuto di San Marino, regia di Michał Waszyński (1946)
- L’onorevole Angelina, regia di Luigi Zampa (1947)
- Assunta Spina, regia di Mario Mattoli (1948)
- L’amore, regia di Roberto Rossellini (1948)
- Molti sogni per le strade, regia di Mario Camerini (1948)
- Vulcano, regia di William Dieterle (1950)
- Bellissima, regia di Luchino Visconti (1951)
- Camicie rosse, regia di Goffredo Alessandrini (1952)
- La carrozza d’oro (Le carrosse d’or), regia di Jean Renoir (1952)
- Siamo donne, regia di Luchino Visconti (V episodio) (1953)
- Carosello del varietà, regia di Aldo Quinti, Aldo Bonaldi (1955)
- La rosa tatuata (The rose tattoo), regia di Daniel Mann (1955)
- Suor Letizia, regia di Mario Camerini (1957)
- Selvaggio è il vento (Wild is the wind), regia di George Cukor (1957)
- Nella città l’inferno, regia di Renato Castellani (1959)
- Pelle di serpente (The fugitive kind), regia di Sidney Lumet (1959)
- Risate di gioia, regia di Mario Monicelli (1960)
- Mamma Roma, regia di Pier Paolo Pasolini (1962)
- La pila della Peppa (Le magot de Josefa), regia di Claude Autant-Lara (1963)
- La Famiglia, episodio di Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
- Il segreto di Santa Vittoria (The secret of Santa Vittoria), regia di Stanley Kramer (1969)