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  • Chi era Alberto Sordi
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Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 25 febbraio 2003) noto come “L’Albertone nazionale”, è stato uno dei più popolari attori del cinema italiano.
La sua avventura artistica è cominciata con alcuni programmi radiofonici popolari e lavorando come doppiatore ma ha potuto esprimere il suo poliedrico talento anche nell’ambito del cinema drammatico.

Fra i più importanti attori del cinema italiano, ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Ugo TognazziVittorio Gassman e Nino Manfredi, un quartetto al quale sono generalmente accostati anche Marcello Mastroianni e Monica Vitti. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.

Biografia

 

Alberto Sordi, ultimo figlio di Pietro Sordi (Valmontone, 14 maggio 1879 – Roma, 4 giugno 1941), professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria Righetti (Sgurgola, 11 febbraio 1889 – Roma, 29 febbraio 1952), insegnante elementare. La famiglia era composta anche dalla sorella Savina (Roma, 1911 – Udine, 19 agosto 1972), dal fratello Giuseppe (Roma, 1915 – Livorno, 24 agosto 1990) e dalla sorella Aurelia (Roma, 15 luglio 1917 – Roma, 12 ottobre 2014), mentre il terzogenito, anch’egli di nome Alberto, era morto il 24 maggio 1916 dopo pochi giorni di vita.

Trascorse parte dell’infanzia nella cittadina di Valmontone frequentò la scuola elementare “Armando Diaz”, dove iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette. Cantò inoltre come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso, divenuta poi una delle sue caratteristiche distintive. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.

Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale “Giulio Romano” di Trastevere (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre). L’esperienza ebbe un esito fallimentare si concluse con l’espulsione del giovane Sordi a causa della sua percepibile inflessione dialettale romanesca.

Gli ultimi film

Di spessore ritenuto inferiore risultarono i film girati nell’ultima fase della sua carriera, dagli anni 1980 in poi (che inaugurò con il film, interpretato e diretto da lui stesso, Io e Caterina, 1980): declino in parte condizionato dal tramonto in generale del filone della commedia all’italiana, ma anche dovuto ad una certa tendenza di Sordi stesso a riproporre in quegli anni un tipo di personaggio ormai datato e non più molto originale. Non mancarono tuttavia apprezzamenti di pubblico e critica, come nella commedia storica Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981), dove Sordi si cala nel doppio ruolo di un nobile romano dedito alle burle e di un popolano carbonaro suo sosia.

Il marchese del Grillo (1981).

Di questo periodo sono inoltre da citare il dittico di film, anche diretti, Il tassinaro del 1983 (dove compaiono, interpretando se stessi Giulio AndreottiSilvana Pampanini e Federico Fellini) e Un tassinaro a New York (1987). Lavorò inoltre con Carlo Verdone (da alcuni considerato il suo naturale erede,  pur perseguendo stili e tematiche assai diverse) nei film In viaggio con papà, con regia di Sordi (1982) e Troppo forte, diretto da Verdone (1986). Significativo fu inoltre il ruolo di un giudice incorruttibile e spregiudicato nel film Tutti dentro del 1984, che fu da lui stesso diretto, con al centro i temi, anticipatori dei fatti di Tangentopoli, della corruzione politica dilagante e dell’esposizione mediatica della magistratura.

Tra gli ultimi film, Sordi ebbe particolarmente a cuore, come disse in alcune interviste, Nestore, l’ultima corsa (1994), dove interpretò un vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al macello. L’ultima pellicola da lui diretta fu Incontri proibiti (1998) accanto a Valeria Marini, presentato ancora nel 2002 con montaggio diverso e un altro titolo, Sposami papà.

Vita privata

A dispetto della sua immagine pubblica estroversa e dalla personalità strabordante, Sordi mantenne sempre un estremo riserbo sulla sua vita privata, di cui sono noti pochi dettagli. Cattolico praticante, non ebbe figli e non si sposò mai e, al di là delle numerose vere o presunte relazioni attribuitegli (tra le altre, con Katia Ricciarelli, Patrizia De Blanck, Shirley MacLaineUta Franz e con la principessa Soraya Esfandiary Bakhtiari),l’unico rapporto sentimentale accertato fu quello avuto con Andreina Pagnani, quasi quindici anni più vecchia di lui, durato nove anni. Si conobbero nel 1941 durante il doppiaggio de Il giardino di Allah nel quale entrambi lavorarono (la Pagnani prestando la voce a Marlene Dietrich). Alla ricorrente domanda sul perché non fosse mai convolato a nozze, chiosava con uno dei suoi tormentoni “Che mi metto un’estranea in casa?“; salvo poi spiegare, in alcune interviste che l’assoluta dedizione al suo mestiere non gli avrebbe consentito di dedicare a una famiglia il tempo e l’impegno necessari.

Le ultime apparizioni e la morte

 

Sordi si ammalò di tumore ai polmoni nel 2001 e da allora le sue uscite pubbliche si diradarono. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui, dove fu esposta la Harley Davidson 750cc WLA del 1942, esemplare originale usato nelle scene del film Un americano a Roma. Nel 2002 ricevette due lauree honoris causa, una a marzo dalla IULM di Milano e una il mese successivo dall’Università di Salerno, presenziando a entrambe le cerimonie. Partecipò ancora nel luglio di quell’anno al programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo, sua ultima partecipazione pubblica. Il 17 dicembre 2002 avrebbe dovuto partecipare a una serata in suo onore al teatro Ambra Jovinelli di Roma ma dovette rinunciare per l’aggravarsi delle sue condizioni, limitandosi a comparire in un filmato girato nel suo studio e proiettato per il pubblico del teatro. Fu questa la sua ultima apparizione in video.

Afflitto durante l’intera stagione invernale da forme di polmonite e bronchite, Alberto Sordi morì la sera del 24 febbraio 2003 all’età di 82 anni, nella sua casa di Roma. La salma, sottoposta a imbalsamazione, venne traslata nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni ricevette l’omaggio ininterrotto di una folla immensa; il 27 febbraio si svolsero i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza di oltre 250 000 persone. Sordi riposa nella tomba di famiglia, presso il Cimitero Monumentale del Verano. L’epitaffio sulla lapide recita: Sor Marchese, è l’ora, battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo.

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