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Alberto Moravia

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Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (Roma, 28 novembre 1907 – Roma, 26 settembre 1990) è stato uno scrittore italiano. E’ considerato uno dei più importanti romanzieri del XX secolo, nelle sue opere ha esplorato i temi della sessualità moderna, dell’alienazione sociale e dell’esistenzialismo. Salì alla ribalta con il romanzo “Gli Indifferenti” la sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero caratterizzato dall’uso di un vocabolario comune.

Biografia

Alberto fu il secondo di quattro figli, nato dopo la sorella Adriana (19051996), pittrice, e prima dell’altra sorella, Elena (19092006), moglie dell’ambasciatore Carlo Cimino, e del più piccolo Gastone (19141941), caduto in combattimento a Tobruk, in Libia. Trascorse, assieme alla famiglia, un’infanzia “normale, benché grave e solitaria” nel villino di via Gaetano Donizetti 6, progettato dal padre.

Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché nel 1916, all’età di nove anni, venne colpito da una seria forma di tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre dei quali trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d’Ampezzo. Come i fratelli, frequenta per un anno il liceo Tasso conseguendo “a mala pena” la licenza ginnasiale, che costituirà il suo unico titolo di studio. Dotato di viva intelligenza, non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, Alberto ebbe molto tempo per la lettura, alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea.

Attività letteraria durante il regime fascista

Nel 1929, dopo non poche difficoltà, riuscì a pubblicare a sue spese (5 000 lire dell’epoca) presso la casa editrice milanese Alpes, diretta dal fratello del duce Arnaldo Mussolini, il suo primo romanzoGli indifferenti, che ottenne subito da parte della critica buoni consensi e venne considerato uno degli esperimenti più interessanti di narrativa italiana di quel tempo. Al romanzo italiano, in crisi e in cerca di nuove soluzioni, si offriva un solido impianto romanzesco tradizionale. La struttura teatrale ‘in blocchi’ del romanzo era molto in linea con il gusto letterario francese dell’epoca; Moravia infatti puntava alla Tragedia, ma di fatto era impossibile trasportare le mediocri e meschine vicende dei personaggi della vicenda nel più sublime ed elevato dei generi della tradizione. La decadenza e lo sfacelo della borghesia italiana, durante il regime fascista, vengono rappresentati senza un intenzionale presupposto di critica (come dirà Moravia anni dopo) ma evidentemente ciò era congeniale al suo spirito; di fatto però ci troviamo di fronte al primo romanzo esistenzialista italiano, che partecipa al nascente clima esistenzialista europeo in una vicenda concreta e radicata in un contesto storico reale e attuale.

Il romanzo narra la storia di una famiglia i cui componenti, legati da una vicenda di corruzione e di viltà, sono fondamentalmente dei vinti, vinti dalla loro apatia, dalla assenza totale di orgoglio e dignità morale. Il secondo romanzo, Le ambizioni sbagliate, un misto di giallo poliziesco e romanzo introspettivo alla Dostoevskij, avrà meno fortuna.

Dal 1930 iniziò a collaborare con La Stampa, allora diretta da Curzio Malaparte e nel 1933 fondò, insieme a Mario Pannunzio, la rivista “Caratteri”, che vedrà la luce per soli quattro numeri. Collaborò poi alla rivista Oggi, uscirà . Sempre nel 1933 iniziò a collaborare con la “Gazzetta del Popolo“, diretta da Ermanno Amicucci, uno dei futuri firmatari del Manifesto per la difesa della razza, ma il regime fascista avversò la sua opera vietando le recensioni a Le ambizioni sbagliate, sequestrando La mascherata e vietando la pubblicazione di Agostino.

Nel 1935 si recò negli Stati Uniti dove, invitato da Giuseppe Prezzolini, allora direttore della Casa Italiana della Columbia University di New York, tenne alcune conferenze sul romanzo italiano. Nel 1937, grazie a un finanziamento del Ministero della propaganda, partì per la Cina per articoli destinati alla Gazzetta del Popolo.

Ritornato in Italia scrisse un libro di racconti lunghi intitolato L’imbroglio che verrà pubblicato da Bompiani nel 1937. Per evitare la censura del regime Moravia scriverà negli anni del fascismo racconti allegorici e surreali, tra i quali I sogni del pigro pubblicato nel 1940 e nel 1941 il romanzo La mascherata che però verrà sequestrato in occasione della seconda edizione. Da questo momento sarà costretto a pubblicare i suoi articoli sui giornali e sulle riviste sotto pseudonimoLa mascherata è una violenta satira che prende di mira il regime fascista indirettamente, parlando di un’inventata dittatura sudamericana.

Le candidature al Nobel

Alberto Moravia ricevette 15 candidature al premio Nobel per la letteratura dal 1949 al 1966 senza mai vincerlo. A candidarlo, fra gli altri, furono anche il futuro vincitore del Nobel Eyvind Johnson nel 196 e la scrittrice italiana Maria Bellonci nel 1966.

Gli ultimi anni di vita

Lo scrittore dedicò la raccolta di racconti dal titolo La cosa alla sua nuova compagna Carmen Llera, che sposerà in Campidoglio nel 1986. La notizia suscitò un certo scandalo per il fatto che Carmen Llera aveva quarantacinque anni meno di Moravia.

Nel 1984 fu eletto Europarlamentare come indipendente nelle liste del PCI, mandato che coprirà per cinque anni. Nel 1985 gli venne conferito il titolo di “Personalità europea”.

Da Strasburgo dove fu attivo anche come inviato del Corriere della Sera lo scrittore inizierà nel 1984 la corrispondenza Il Diario europeo (raccolta in volume nel 1993 a cura di Enzo Siciliano), mentre nel 1986 verranno pubblicati L’angelo dell’informazione e altri scritti teatrali curato da Renzo Paris e il primo volume delle Opere (1927-1947) curato da Geno Pampaloni. Il secondo volume delle Opere (1948-1968) uscirà nel 1989 a cura di Enzo Siciliano.

La mattina del 26 settembre 1990 Moravia venne trovato morto nel bagno del suo appartamento in Lungotevere della Vittoria, sempre a Roma.  Nello stesso anno uscirà la sua autobiografia, scritta insieme ad Alain Elkann, ed edita da Bompiani: Vita di Moravia. È sepolto nel cimitero del Verano.

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